Periferie ieri e oggi

La periferia è l’area più esterna di una città, più distante dal centro e generalmente di edificazione più recente. Il territorio urbano, infatti, è indirettamente diviso in due zone: il centro e le periferie.

Quest’ultime sono viste con sdegno, poiché non ritenute al passo con il centro in quanto, molto spesso, i passati ampliamenti delle città vennero fatti solamente con l’intento di dare un’abitazione ai cittadini, senza garantire anche i servizi presenti nei quartieri più antichi e centrali delle città, quali scuole, ospedali, uffici comunali, parchi, centri sportivi…
Le periferie, tuttavia, non possono ridursi, come afferma Renzo Piano, solo alla dimensione residenziale. Esse rappresentano la città moderna, la città che cresce, che si amplia. Non devono essere considerate altro dalla città, qualcosa di marginale, di incompiuto e disorganizzato, ma la “città moderna”. Le periferie raccontano la realtà cosi com’è, una quotidianità reale in ogni aspetto della vita delle persone, rappresentano il cambiamento, il futuro e non devono essere divise dal centro, poiché esso stesso un tempo è stato qualcosa di incompiuto e disordinato.
Le periferie, affinché rappresentino davvero il futuro della città, vanno riqualificate intelligentemente. Bisogna renderle dei “luoghi” non solo per chi ci vive, ma anche per la gente che non ci abita, aumentando le iniziative sociali e culturali e attuando politiche di integrazione nei confronti delle minoranze linguistiche ed etniche, la percentuale più alta di abitanti di queste zone limitrofe delle città.
di Jacopo Ancora, Maria Imbrea, Joana Vuka e Lorenzo Moscarello